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Basta

Basta, mi sono davvero rotto i coglioni, non se ne può più di questi pazzi omofobi squilibrati. Siamo sempre in zona Nicolosi e Atzori (ricerca Atzori in questo sito), non se ne può più! Basta, bisogna mandarli al diavolo a prescindere. Adesso hanno pure un sito ufficiale e un gruppo, che si chiama Obiettivo Chaire, ma roba da matti:

Si sono quindi proposti di rispondere alla richiesta di aiuto pervenuta da molte persone, giovani e meno giovani, feriti nella propria identità sessuale, in particolare per tendenze di natura omosessuale. Da questi incontri periodici è nata la decisione di dare al gruppo il nome di Obiettivo Chaire

L’errore fino a oggi è stato ridere. Perché è vero che c’è da sbellicarsi nel leggere per esempio

L’omosessualità è dunque un sintomo; si potrebbe correttamente definire anche ferita, poiché costituisce una lesione alla propria identità di genere. Non è corretto definirla una malattia perché la diagnostica clinica contemporanea ha sostituito il concetto di disordine o disturbo a quello di malattia. Il fatto che l’omosessualità non compaia più nell’elenco dei disturbi dei manuali diagnostici non significa però che essa non costituisca un disordine: il suo depennamento non è avvenuto in seguito a un dibattito scientifico, ma sotto l’azione di gruppi di pressione ideologicamente orientati.
Non esistendo una natura omosessuale, non esiste una omosessualità latente. Si può invece correttamente affermare che le persone con tendenze omosessuali hanno una eterosessualità latente, che per qualche motivo è impedita o ostacolata.
Va, infine, precisato che il termine omosessuale non è sinonimo di gay. La parola omosessualità indica una tendenza o inclinazione sessuale, il termine gay indica una identità socio-politica. Non tutte le persone con inclinazione omosessuale si identificano nello stile-di-vita-gay, anzi: la maggioranza di loro non è orgogliosa di tale inclinazione, non considera la propria omosessualità normale e non teorizza il riconoscimento dello stile-di-vita-gay come positivo per sé e per la società.

C’è da ridere, ma il dramma è che poi qualcuno ci crede. Quindi basta. Al diavolo, subito, tutti.