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Il sindaco Giuliano Pisapia che non mi piace, quando assomiglia a un qualsiasi commentatore di quotidiani

Premetto che sono un sostenitore del sindaco Giuliano Pisapia, che lo stimo come persona, e che spero davvero di poterlo votare ancora alle prossime elezioni con lo stesso entusiasmo con il quale l’ho votato la volta scorsa. Dico spero perché al momento quell’entusiasmo non c’è, ma so che i bilanci vanno fatti a tempo debito e questo non è ancora quel momento. Ci sono molte cose che non mi sono piaciute in questi anni, in particolare sul tema ampio degli spazi della città, ma non voglio fare ora un’analisi che sarebbe ancora troppo parziale.
Detto questo, però, devo dire che l’intervista pubblicata oggi su RadioBici non mi è piaciuta per nulla. Non mi è piaciuta la vaghezza attorno al tema dell’allargamento di AreaC (il programma è in prospettiva quello di arrivare a un’estensione: è una non risposta, tanto vale dire di no, che è una risposta lecita, ma almeno è una risposta), ma soprattutto non mi è piaciuta questa frase:

Lo dico da ciclista ai ciclisti che forse bisogna fare più attenzione a rispettare le regole.

Questo è un’affermazione degna del peggior commentatore del Corriere della Sera, quello che a ogni notizia che riguarda la ciclabilità tira fuori l’indisciplina dei pedalatori; non è un’affermazione da sindaco, a maggior ragione se dichiara di lavorare per far diventare Milano la città europea dei ciclisti (un mezzo sorriso, amaro, ci sta).

Il sindaco inserisce la sua richiesta in un ragionamento più ampio sull’alleanza che ci deve essere tra pedoni e ciclisti contro l’abuso dell’automobile privata, che è un tema sacrosanto, ma la risposta ai ciclisti che vanno sul marciapiede (e da qui i conflitti con i pedoni) non può essere invocare il rispetto delle regole, deve essere rendere la strade un luogo sicuro per tutti. Il conflitto si genera perché c’è un abuso degli spazi da parte dei mezzi a motore, abuso rispetto al quale poco o nulla è successo in questi anni. Anzi, vige un clima di tolleranza rispetto a una serie di comportamenti apparentemente innocui, ma nella sostanza molto pericolosi (sosta selvaggia e velocità in particolare). E non sto nemmeno a ricordare che a Milano non c’è trasparenza sulla situazione delle multe (tranne quando si tratta di fumo negli occhi a uso dei media), fatto che trasforma in aria fritta qualsiasi ragionamento sul rispetto delle regole.

Io poi non ho accesso ai dati dei pronto soccorso, ma credo che per il sindaco non sarà un problema farsi dare il numero di feriti provocati dalle auto e di quelli provocati dalle biciclette: se ci dovessero risultati che negano l’evidenza, farò ammenda.

Sarò il primo firmatario di una politica di seria repressione dei comportamenti irregolari dei ciclisti, il giorno in cui avremo ridato le strade alle persone della città.

L’intervista integrale: