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Di quando hai imparato che dire grazie non è poi così male

Grazie

Grazie

Per me è sempre molto difficile chiedere aiuto a qualcuno o, per usare un’espressione meno drammatica, chiedere una mano a qualcuno. Di conseguenza è sempre molto difficile anche dire grazie.

Credo non sia per caso. Se tendo a voler fare tutto da solo è perché sono sempre stato abituato così. Se la solitudine non mi spaventa, anzi spesso la cerco, è perché è sempre stata una buona compagna di viaggio. Che poi, lo so, detta così sembra una cosa triste, ma per me non lo è.

Sono abituato così perché sono cresciuto così. Mia mamma lavorava sempre tanto e fino a tardi, mio papà era sempre in viaggio: da quando me ne ricordo io tornavo a casa da scuola, mi preparavo da mangiare, facevo i compiti, uscivo a giocare sempre più o meno da solo. A casa non c’era nessuno che mi aspettava, meno che meno qualcuno che mi accompagnava poi da qualche parte. Tipo che a 10 anni ero già un grande esperto di uova al tegamino.

Durante l’adolescenza, figuriamoci, questa modalità è diventata una forma perfetta di ribellione sociale: parlavo pochissimo e grugnivo moltissimo.

Poi appena maggiorenne varie vicissitudini familiari mi hanno costretto a cercarmi subito un lavoro (anche due o tre): sono stati anni piuttosto duri e posso dire che se ho imparato a cavarmela lo devo molto a tutte quelle uova cucinate da solo. Poi è chiaro: più ti abitui a fare da solo più ti piace l’idea di avercela fatta da solo (o quasi solo perché poi qualcuno da ringraziare c’è sempre).

Fino a quando non decidi di candidarti per il Consiglio comunale della tua città e di fare una campagna elettorale, perché da quel momento in poi cambia tutto. Da quel giorno attorno a te iniziano a esserci un sacco di persone che fanno questo e fanno quello. Un sacco di persone che si mettono a sognare insieme a te il progetto di una città più grande e più bella. Un sogno che però forse queste persone, come te, hanno già iniziato a realizzare. Un sacco di persone che ti portano le loro esperienze, ti scattano fotografie, scrivono per te, disegnano volantini con il tuo nome, distribuiscono volantini con il tuo nome, si prendono molti vaffanculo per i volantini con il tuo nome. Un sacco di persone che organizzano eventi per farti conoscere e workshop per farti raccontare le tue idee e ti ospitano in questo e quell’altro spazio. Un sacco di persone che si prendono cura della tua agenda e gonfiano i palloncini con la tua faccia. E telefonano e fanno altre fotografie e condividono post e si svegliano prima del solito o vanno a letto molto più tardi. Montano e smontano rastrelliere. Riempiono fogli, proiettano diapositive, fanno altri disegni che sono dei racconti. Un sacco di persone che te ne presentano altre e poi ti fanno dei video e non ti dicono che fai proprio pena ma che forse si potrebbe girare un’altra scena, che va già bene ma si potrebbe fare di meglio. E se alla fine si riesce a fare di meglio è soprattutto per merito loro. Persone che prendono i loro contatti e gli scrivono per parlare di te e fanno gruppi su Whatsapp per raccontare chi sei. Ti invitano a pranzo e ti prestano le loro biciclette. Un sacco di persone che cercano di indicarti la strada giusta, ma tu sei un testone e quindi prendi spesso quella sbagliata, ma nonostante questo non ti mandano al diavolo e ricominciano a distribuire i volantini con la tua faccia, a scrivere post e a cercare idee ed elettori. Alla fine ne viene fuori una campagna elettorale bellissima e un racconto di una città da favola nella quale sempre più persone si riconoscono. E tu che sei al centro di questa cosa ti devi arrendere all’idea che no, questa volta non hai fatto tutto da solo e che sì, è senz’altro per questo che è stato tutto così speciale. E così per una volta anche dire GRAZIE non è male e anzi ti fa sentire bene.

Quindi insomma: grazie per questo mese speciale e per avermi insegnato che quando qualcuno fa qualcosa per te non necessariamente tu ne esci più debole o vulnerabile, ma anzi sei più forte e consapevole.

Grazie AleAnnaMartinoCostantinoDavideMariElisaEvitaGabrieleGiovanniCanioJonathanKatiMassimoLucaMafeChiaraMaraMarinaMassimoPinaMatteoMaurizioPaolaLucaTeoYulyaDarioCarloIvanGianlucaMarcoLucaPaoloChristianGianlucaLudovicoSimoneMonicaRobertoMemiTommasoFilippoMariMatteoCamillaDanieleGianlucaNoemiSara.

E poi grazie ad Alessio perché lo sappiamo tutti perché ma lo so soprattutto io perché (e sono già due ore che non ricevo un messaggio e inizio a preoccuparmi) e a Quell’Altro che mi ha accudito, ha steso (male, malissimo, va detto) i miei calzini a righe, lavato le mie magliette e soprattutto mi ha sopportato.