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Ottobre 2016

La campagna elettorale, un viaggio e il grande niente

2016-07-17-12-56-51

Dopo tanti giorni pieni di parole, le pedalate a 2000 metri piene di silenzi.

Sono settimane che cerco di scrivere qualcosa di decente sulla campagna elettorale, su come l’ho alla fine vissuta, sulle mie impressioni e su come sono stato dopo e su come sto ora e sul “e adesso?”. Sono settimane che inizio un post e poi lo lascio lì, che appeno lo rileggo mi chiedo non mi capacito di quanto sia brutto.

Sono settimane e le settimane passano e forse ha sempre meno senso raccontare che cosa ho pensato, però quel “quindi adesso?” invece merita ancora una risposta. E chissà che questa sia la volta buona, il post buono. Se non proprio bello, almeno buono.

La campagna per filo e per segno è già stata raccontata e riassunta perfettamente da Alessio, non aggiungo altro:

DALLA PROMESSA AL PROTOTIPO. LA CAMPAGNA MARCO MAZZEI X MILANO. 1000 VOTI X LA FELICITÀ URBANA.

Dunque, come sto? Io sto bene. Quei due mesi (la decisione, pronti via, le elezioni) sono stati così pieni che mi ci è voluto poi un sacco di tempo per diluire i pensieri e le sensazioni e ripensare a tante cose che sono successe e cercare di capirle meglio. Io sto bene e sono molto contento di aver deciso di candidarmi, sono molto contento di aver fatto quella campagna elettorale, sono strafelice e molto grato per le persone che sono state con me e forse anche di più, sono orgoglio di aver accettato una sfida e di averla vinta – perché quando ci metti la faccia in quel modo, senza rete e senza protezioni, puoi rischiare una gran brutta figura.

Sono contento anche perché ho capito che la politica è ancora molto migliore dell’antipolitica: la politica è quella cosa che consente a un cittadino qualsiasi di scrivere un progetto per la comunità dove vive, di raccontarlo, di raccogliere consenso e sostegno. La politica è quella cosa che può portare quel cittadino lì a fare il consigliere comunale o l’assessore: senza amicizie – ma con tanti amici veri, senza appoggi, senza protezioni, senza sponsor. L’antipolitica invece è quella cosa che per dimostrare che i politici sono tutti uguali continua a far eleggere sempre gli stessi, almeno poi può dire che fanno schifo. Una delle ragioni per le quali io oggi non sono assessore o consigliere – oltre naturalmente a quella principale: non sono stato così bravo da raccogliere abbastanza voti – è che molti di quelli che avrebbero potuto votarmi alla fine hanno preferito l’antipolitica alla politica. E con quell’antipolitica lì succede, per esempio, che oggi nessuno si interessi davvero di bici nei Palazzi del potere milanese. Quindi insomma: viva la politica, speriamo ci siano sempre più spesso persone qualsiasi con un bel progetto che decidono di provarci; io ho imparato la lezione e le sosterrò con entusiasmo.

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