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Il nuovo Tom

E’ on line da qualche ora la nuova versione di Tom. Dirò subito: a me piace molto. Si può discutere sui colori, può essere più o meno gradita la scelta della foto, ma non si può negare che il sito abbia stile, e per me è questo l’importante. Tom ha un suo stile e non a caso dice di sé: diverso da tutti.
Dirò anche di più: per me Tom può essere davvero la versione on line di quel periodico gay che manca in Italia. Chissà, prima o poi forse i tempi saranno maturi e anche gli investitori pubblicitari italiani avranno più coraggio, dando così un senso anche economico a un progetto che potrebbe essere già nel cassetto di qualche editore. E Tom secondo me avrebbe tutte le carte in regola per diventare anche un giornale, quel giornale diverso da tutti. Dopo i complimenti, una nota di delusione. A Tom manca un po’ di movimento. Non nel senso del ritmo, ma nel senso dell’impegno – vogliamo chiamarlo politico?
E’ sempre stato un suo punto debole, e nessuno può essere perfetto. Forse anche perché trattare certi temi con un certo stile, lo stile di Tom appunto, è difficile. Però oggi, che a mio parere è un giorno nerissimo per la politica italiana in generale e per la politica omosessuale in particolare (mi riferisco naturalmente al documento del Vaticano, che segue di qualche settimana il decreto di recepimento della direttiva 2000/78: in un mese due pietre tombali sui nostri diritti), oggi Tom doveva essere diverso. Doveva mostrare un segno tangibile del nostro sconcerto e della nostra rabbia. Perché sono nostri, vero?