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Un segno sulla testa

Non lo dico nemmeno: sono con il giudice che ha imposto di togliere il crocefisso dall’aula di una scuola pubblica. Per me dovrebbe sparire da tutti gli edifici pubblici di uno stato laico, dalle scuole, dai tribunali e dagli ospedali. Quel segno, che io rispetto perché rispetto le donne e gli uomini che lo riconoscono come proprio, incombe sulla testa delle persone in luoghi dove la fede non c’entra nulla. Quel segno deve tornare nelle chiese, dove ci sta benissimo, o nei luoghi privati, dove ognuno decide che cosa vuole avere sempre incombente sui propri pensieri o sulle proprie azioni. E a questo proposito, ho trovato oggi su Tom il segno che vorrei sul muro di casa mia nel 2004: si tratta del calendario di Jarl Espen Ygranes (se l’anteprima non basta, il resto è qui), campione di hockey – che è da sempre il mio sport preferito ;-)