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La violenza

Ieri sera, circa mezzanotte e mezzo, in via Archimede, le solite chiacchiere fuori da un ristorante. A un certo punto si sentono le sirene di due volanti, poi il rumore dei motori molto vicini, e infine le frenate a pochi metri da noi. Scendono dalla macchina alcuni carabinieri e urlano qualcosa, tipo fermati, a terra. Qualcuno di noi capisce tutti a terra e pensa a una bomba (Lo, la visita dall’otorino non la puoi rimandare più), in realtà qualcuno a pochi metri da noi si sdraia effettivamente a terra e viene subito raggiunto da 4/6 carabinieri. E a quel punto scatta la violenza. Ecco, se devo pensare a qualcosa che descriva la violenza, a qualcosa che abbia avuto modo di vedere direttamente, da ora in poi penserò proprio a ieri sera.

Una scena di violenza inaudita, calci, pugni, colpi di manganello e forse anche con il calcio di una pistola, in molti contro uno solo inerte a terra. Una violenza ingiustificabile, cruda, volgare.

Il pestaggio dura un po’ meno di un minuto, e nel frattempo alcuni di noi si decidono ad avvicinarsi, seguendo anche un altro gruppetto di persone altrettanto colpite dalla scena. Ci avviciniamo ai carabinieri che nel frattempo avevano caricato in macchina il malcapitato – non c’è bisogno di dirlo, un extracomunitario – e si stavano per dedicare a un altro compare. A quel punto uno del gruppetto di spettatori grida al carabiniere qualcosa e lo minaccia di prendere nota di tutto, compresi i numeri di targa e di denunciarlo. I carabinieri si guardano attorno, si accorgono che siamo in tanti e a quel punto se ne vanno frettolosamente, non prima però di averci informato che i due avevano rapinato una vecchietta, che era ferita in ospedale.

Scoprire la violenza a 40 anni è una strana esperienza, scoprirla sostenuta dallo Stato fa paura.

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