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Un sabato italiano

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I nostri sabati sono spesso così, ma ieri è stato particolarmente così:

9:30 California Bakery per colazione; verso il centro, San Babila, Matteotti, Scala, Mercanti, Dante, Cordusio, Magenta, caffè da Marchesi; ritiro cravatta da Marinella; giro dietro via Torino; puntatina da Muji dove ho trovato un capo interessante per la mia guida all’acquisto, poi alla mostra delle foto di Lou Reed su New York alla Galleria ArteUtopia; da Roche Bobois in Molino delle Armi per comprare una mucca della cow parade, una mucca piccola; Molino delle Armi, corso Italia, piazza Diaz, giro da Co Import, prendiamo le tovagliette americane sì no, non quel colore, non quella fantasia – alla fine non le prendiamo; piazza Duomo, Vittorio Emanuele, San Babila, da Nespresso per rifornimento caffè (tutti tranne quelli “lunghi”) e poi da Mazzolari per cercare una crema solare, proverò un latte della Shiseido, una marca che mi manca; Matteotti, Tricolore, avremo fatto 15 km a piedi?; gigantesca granita mista limone-fragola nella gelateria migliore della città.

13:30 di nuovo a casa

15:30 esco di corsa in bicicletta, di corsa perché è tardi e vado in piazza Duomo per il presidio di Arcigay; chiacchiere con blogger amici e con vecchi amici del circolo, che non vedevo da tempo.

16:30 a casa, si lascia la bici, si prende la macchina; direzione corso Vercelli e precisamente via Pirandello, dove ci dicono esistere un piccolo negozio che vende le polo di Abercrombie; effettivamente le vende, ma a partire da 108 euro, con un prezzo da cartellino di 49 dollari; il gestore è anche molto simpatico, ma l’offerta non è convicente, anche perché queste missioni negli Usa per riempire la valigia e poi vendere in un negozio italiano, boh forse sono un po’ ai confini della legalità, no?; puntiamo la macchina in direzione Esselunga, questa volta scegliamo via Lorenteggio, con consuete scenette da coppia un po’ isterica che litiga per scegliere la marca di latte e la quantità di tonno.

18:30 di nuovo a casa

19:45 come andiamo all’aperitivo? A piedi, no siamo in ritardo, prendiamo la bici, no sono troppo stanco, allora c’è il tram comodo, eh però chissà quando passa, ecco di nuovo in macchina per fare 300 metri e raggiungere il Fresco Art, che vedo abbastanza massacrato nei commenti in rete, ma che a me non è sembrato così drammatico;

21:00 definitivamente a casa, cena