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Per l’8 marzo vorrei una donna pontefice

Sono sempre stato alla larga da aree che avessero in qualche modo a che fare con il lavoro. Ma questa volta non posso. Quando ho letto dell’iniziativa di Donna Moderna (con Pangea) per l’8 marzo, Diciamo no alla violenza sulle donne, mi sono subito chiesto: ma le mie colleghe e amiche non potevano scegliere un tema un po’ più difficile?
Io la vedo come la storia del family day l’anno scorso: chi mai potrebbe essere contro la famiglia? E in questo caso: chi mai potrebbe essere a favore della violenza sulle donne? Chi mai potrebbe dire ? Io trovo troppo facile aderire a questa campagna, facile nonostante l’intervento di Oliviero Toscani che attribuisce alle donne stesse quasi tutte le colpe

Insomma, le donne sarebbero in qualche modo responsabili della violenza maschile nei loro confronti
Può sembrare un paradosso, ma è proprio così. Molte madri, prese dagli impegni e dal lavoro, hanno abdicato all’educazione sentimentale dei figli

Ecco la violenza: che le madri tornino a occuparsi dell’educazione dei figli e lascino perdere, almeno per un po’, il lavoro e la carriera. Ed ecco quale sarebbe la vera campagna da fare, quella difficile, quella che costringerebbe i maschietti a schierarsi su un tema impegnativo. Quante sono le amministratrici delegate in Italia? Quando mai avremo una Presidente del consiglio? E una Presidente della Repubblica? E a capo del Csm? O della Corte Costituzionale? E una donna arbitro in serie A?

E una donna papa? Quando una suora potrà diventare Sua Santità?