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Siamo così, dolcemente complicati

Si parla di gay, omosessuali, insomma di noi finocchi. Luca Sofri pensa che siamo normali, come tutti gli altri, semplicemente abbiamo gusti sessuali diversi dagli etero. Matteo Bordone, invece, pensa che siamo proprio diversi: abbiamo una nostra cultura, i nostri modelli di riferimenti, alcuni tratti forse anche somatici che ci legano.
Io penso abbiano ragione entrambi. Capisco perfettamente il ragionamento e le ragioni di Luca: sono le stesse che ho letto negli occhi del mio amico C. quando – qualche anno fa – di fronte al mio coming out mi disse che era davvero addolorato che io dovessi fare una cosa del genere. Lui sognava un mondo nel quale non ci fosse bisogno di dichiarare il proprio orientamento sessuale. Anche io lo sogno. Però mentre lo sogno so perfettamente che per noi quel passaggio è invece ancora fondamentale. Giusto o sbagliato non lo so, ma indispensabile per la nostra crescita di persone. Sono bugiardi quelli che dicono che la visibilità non è un tema.

Io mi sento molto uguale agli eterosessuali, ma non posso negare (e anzi, lo rivendico) un legame speciale con i gay e con le lesbiche. Anche con persone che non conosco, che magari sono lontanissime da me su tutto, che magari mi sono antipatiche: c’è qualcosa che ci unisce e io la percepisco sempre. E non è una cosa che vale solo per me, siamo in tanti a sentire questo legame.
Io tendo a credere che sia il legame della sofferenza; senza stare a fare tragedie: la vita di tutti noi, anche i più fortunati di noi, è attraversata e segnata da discriminazioni, incomprensioni, battute da ignorare, situazioni da nascondere. Io mi considero super fortunato, ci mancherebbe, ma conosco bene tutte le mie piccole ferite e le mie grandi paure. Ecco, invecchiando mi capita di pensarci spesso: ma se dovesse capitare qualcosa a me o al mio compagno, come potremmo affrontare un medico omofobo in ospedale? Anche questa paura è un filo che ci unisce, che ci rende diversi dagli altri.

Con il tempo, aumentando i diritti, diminuendo le discriminazioni, penso diventeremo più simili agli etero e questo nostro filo forse diventerà qualche altra cosa. I giovanissimi omosessuali già oggi mi sembrano appartenere a gruppi molto più omologati agli etero e muoversi in un mondo molto più integrato.

(ne parlano anche su Tom)