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Vestirsi di ottobre

Mi sembra il mese più riconoscibile, l’unico rimasto. Gli altri sono tutti più ambigui, tra novembre e dicembre sono sfumature, maggio e giugno e luglio un percorso graduale, febbraio e marzo quasi uguali. Ma a settembre ti accorgi subito che sta arrivando ottobre. Almeno, per me è così. Io ottobre lo sento.

Non so se tutti hanno capito ottobre, la tua grande bellezza

Lo sento per quel freschino la sera e il freddo già intenso la mattina presto, lo sento nella foschia quasi impercettibile che c’è quasi sempre nell’aria, per il sole ancora caldo e forte di mezzogiorno, per quel buio improvviso e la luce del sole in quella posizione così particolare. Lo sento anche se non c’è più la nebbia, che invece una volta lo accompagnava fedele. Mi ricordo quelle prime serate di ottobre quando prendevo la Vespa (un Px125 azzurro-azzurro, ma che bello era con le frecce gialle-gialle?) e andavo in giro senza una meta, solo per il gusto di sentire quell’aria umida di nebbia sulla faccia. Ripensandoci è lo stesso istinto di queste settimane, la voglia di uscire in bicicletta e respirare un po’.

Io ottobre lo sento, anche senza inciampare nelle prime castagne o guardare i colori del panorama che cambia. Poi da qualche anno lo sento di più, arriva un po’ pesante, come se mi volesse tutto per lui. E allora tanto vale arrendersi, metterselo addosso come un cappotto e aspettare.

Poi nelle notti di fine ottobre sorge Orione, bentornato.

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