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Il Bicycle Film Festival: una poesia in carne, ossa e pignoni regalata a Milano


Evoluzioni al bmx park dentro l’Ansaldo – Foto di Angelo Ferrillo

Vi racconto il Bicycle Film Festival, in diretta. Poi si sa che forse sono un po’ di parte e vedo le cose con occhi particolarmente ciclistici, però penso dovreste essere anche voi qui per guardare questa città, come potrebbe essere. Non tutto ruota attorno alle ruote di una bici, è ovvio. E la bici non è la risposta a tutte le domande. Come dicevano i Provos:

Una bicicletta non è nulla, ma è già qualcosa!

Il Bicycle Film Festival è iniziato ieri e terminerà domani. Alle proiezioni dei film, che sono al Cinema Mexico, si affiancano gli eventi negli spazi Ex Ansaldo. Dico eventi perché ci sono una serie di appuntamenti, ma la parole giuste sarebbero altre, quelle per descrivere la poesia di questa vecchia fabbrica che diventa improvvisamente un luogo di aggregazione. Anche questa non è un’espressione nuova o particolarmente significativa, ma come descrivere centinaia di ragazze e ragazzi che si trovano qui per vivere un pezzo di questo sabato? Ragazze e ragazzi e molti che forse sono i loro genitori; per dire: più di una generazione.

Il mondo delle biciclette, si sa, è spesso pensato – e vissuto a tribù: quelli con la scassonacosìnessunomelaruba, chi va in mountain bike, i ciclisti delle corse domenicali, gli impiegati sulle city bike, non parliamo nemmeno dei fissati (con la fissa), e ci sono le bmx e il bike polo e poi i ciclomeccanici e quelli che li hanno già girati tutti questi gruppi e poi quelli che i gruppi li guardano con diffidenza, da lontano. E anche quelli che “anch’io vado in bicicletta, che cosa credi?” Senza dimenticare le bici gialle del bike sharing e gli ultimi arrivati con le pieghevoli che vanno dappertutto e i primi a partire, a organizzare gite cicloturistiche con ritrovo in stazione la domenica mattina presto, biglietto già fatto. Metti tutto insieme, si arriva a decine di migliaia di persone, forse di più.

Io ho sempre guardato a tutte queste dinamiche con la simpatia di chi è innamorato delle biciclette e le vede tutte come parti di un disegno più grande, quello che potrebbe regalare una faccia diverse alle città e alla mia città in particolare. Però adesso che sono qui al Bicycle Film Festival passo un sacco di tempo a guardare come tutte quelle tribù si intrecciano, a volte si scrutano, più spesso si sorridono. I ragazzi con le bmx che osservano divertiti i rapporti delle bici del bike polo, e tutti poi sconfinano nel gruppo vicino, chi a vedere un pezzo di partita, chi a seguire l’ultima evoluzione. Intanto c’è gente che va e che viene, si prende una birra, guarda le biciclette esposte, le mostre fotografiche, ascolta della musica. I pieghevolisti hanno fatto una gara stamattina, qua fuori c’è gente arrivata da tutto il mondo che si allena per la Red Hook Crit di domani, in giro per la città l’alleycat che celebra e festeggia il mondo dei bike messenger. E poi chi vende libri, chi espone fotografie, le bici degli sponsor che suscitano curiosità e ammirazione “hai visto che telaio?“.

La vita continua in mezzo a questo mondo di bici, le storie delle persone si intrecciano al commento di questo o quell’altro film; e certo non è che un pignone o una bella fotografia dell’Eroica risolvono i problemi. Ma sono già qualcosa.

Venite a vedere il mondo del Bicycle Film Festival, poi mi direte.