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Quelle cose in fondo al cassetto

Decine di traslochi, tante case, non so dire quanti cassetti, la crescente voglia di liberarsi degli oggetti inutili, superflui, decorativi. Eppure ci sono cose che in questi anni mi sono sempre portato dietro, sono là in fondo al primo cassetto e ogni tanto le guardo e penso alle ragioni che mi hanno portato a tenerle e non ho mai una risposta convincente. Nel dubbio: restano dove sono.

Una boccetta di vetro con un’etichetta ormai ingiallita: bandelette de gaze. Conteneva qualche metro di garza ed è finita nel mio cassetto perché mio padre, qualcosa tipo nel 1970, era tutto orgoglioso di aver guidato da Parigi a Milano con tutta quella roba infilata nel naso dopo aver avuto un’epistassi acuta e aver rifiutato il ricovero nella capitale francese. Dentro la boccetta ci sono monete di vari Paesi, tutte con il buco in mezzo. Le tenevo da parte perché per un certo periodo mi piaceva infilarle nelle stringhe delle scarpe.

Una scatola di legno: Christian of Denmark. C’erano i sigarilli che ho fumato per un periodo quanto mi sembravano più interessanti e snob delle sigarette. Adesso è piena di graffette e punti metallici Zenith, scatolette di cartoncino leggero con un punto di blu che non si può raccontare.

Una scatola di metallo, piena di matite e pennarelli e altre matite, forse qualche penna. Non le uso. Mai.