La settimana scorsa giocavamo con s. al “trova il metrosessuale”: passando in rassegna i giovani e abbastanza-giovani maschi milanesi, bisogna indicare chi è davvero gay o chi è solamente un metrosessuale (eterosessuale che si lava, giusto per rendere un po’ più ridicolo il nuovo modello basato su vecchi stereotipi). Il gioco nasceva dal desiderio di ridere un po’ su questa nuova stupidaggine che serve per classificare le persone. Oggi però sono rimasto fulminato da una (vecchia) segnalazione di Prometeo, che cita un commento:
Adesso che gli etero vengono incoraggiati ad essere metrosessuali non devono più preoccuparsi di essere presi per gay, il che, di converso, significa che i gay hanno trovato un travestimento perfetto
Il che significa forse che l’unica strada per la visibilità è ancora – di più e a maggior ragione – l’esibizione davvero forzata.