Non credo molto ai test, odio gli oroscopi, i profili psicologici mi lasciano sempre perplesso. Però tutte le volte che ne faccio uno (e perché mai se non ci credo?!) salta sempre fuori un aggettivo: concreto. Io non mi riconosco in quella parola, però mi sono abbastanza ritrovato in una frase dell’ultimo test che ho fatto (L’autunno che c’è in te, da gay.tv)
Esiste una tristezza sana, che ti aiuta a riflettere, che ti avvicina a te stesso e che ti permette di conoscerti. Ecco vedi… va benissimo dedicarsi alla conoscenza di tutto, alla scoperta del nuovo, alla dedizione al prossimo, ma sei già bravissimo a fare tutto ciò. Ora devi solo fermarti e provare a scendere dentro il tuo cuore, come una di quelle foglie che lì fuori seccano sul ramo, cadono a terra e senza che qualcuno stia lì a riporle in un sacco, piano piano si ricongiungono al magnifico ciclo vitale.
Il tuo profilo: Il tuo autunno concreto.
Hai già rastrellato tutto il fogliame mezzo marcio del giardino del tuo cuore. Attento, non gettarlo via, riponilo nei sacchi di plastica, lascialo fermentare ben bene e poi spargilo di nuovo sul terreno delle relazioni. Nutrire, seminare, rinvigorire, smuovere sempre, non lasciare mai nulla di fisso. Questo sai farlo benissimo. Ora però fermati un attimo. Cerca di non ignorare quello che ti accade intorno. Ascolta la natura, ritagliati qualche fetta di tempo da dedicare all’ozio. E nell’ozio, abbandonati insieme alle piogge, lasciati infangare un po’ dalla tristezza. Esiste una tristezza sana, che ti aiuta a riflettere, che ti avvicina a te stesso e che ti permette di conoscerti. Ecco vedi… va benissimo dedicarsi alla conoscenza di tutto, alla scoperta del nuovo, alla dedizione al prossimo, ma sei già bravissimo a fare tutto ciò. Ora devi solo fermarti e provare a scendere dentro il tuo cuore, come una di quelle foglie che lì fuori seccano sul ramo, cadono a terra e senza che qualcuno stia lì a riporle in un sacco, piano piano si ricongiungono al magnifico ciclo vitale. Il tuo autunno concreto ha bisogno di un po’ muffa, di qualche fungo, di certi odori che sembrano nefasti e che invece sono pieni di vita.