Non è primavera, ma questa mattina ho deciso di iniziare le grandi pulizie. Non a casa, bensì nel marasma della mia presenza su Internet; negli ultimi anni ho comprato un po’ di tutto, da spazi su provider sparsi nel mondo, a nomi di dominio che non ho usato nemmeno una volta, a servizi di ogni genere (database, statistiche, software). Un po’ per lavoro, un po’ per curiosità, un po’ perché questo mezzo permette di soddisfare la mia infantile esigenza di avere subito quello che desidero, di poterci mettere subito sopra le mani.
Così 10 euro di qua e 3 dollari di la, alla fine il totale iniziava a fare impressione: è tempo di smantellare. Ma non è solo una questione economica, diciamo che senza rendermene conto negli ultimi mesi il mio rapporto con i computer e Internet è molto cambiato; lo notavo già questa estate negli Usa, quando stare lontano da una tastiera per 3 settimane mi ha fatto solo un po’ impressione, ma non molto di più. E poi anche i mesi successivi, è capitato sempre più spesso di non leggere la posta per un intero week-end o di non accendere proprio il computer per più di una sera. Sia chiaro, si tratta sempre di un compagno prezioso, la tastiera è un luogo amico, ma ho imparato a farne a meno, senza problemi. Per capirsi, non potrei oggi fare a meno del cellulare, ma non penso lo userò domani per collegarmi a Internet, e non credo potrò mai sostituire la mia agenda cartacea con un Pda. Forse il mio rapporto con la tecnologia, sempre condizionato da questioni di lavoro, adesso sta raggiungendo una maturità che non avrei potuto immaginare.
Resta vero, però, che se devo dire qualcosa a qualcuno, la tastiera è il mio mezzo preferito, quello con il quale riesco a dire meglio quello che penso e che provo.