Sempre brutto essere soddisfatti per non aver scelto, ma mai come in questi giorni sono contento di non aver votato il Partito Democratico; se lo avessi fatto sarei ora davvero distrutto dalla delusione. Le ultime uscite di Paola Binetti, il patetico caso Villari, il continuo litigio Veltroni-D’Alema; soprattutto il vuoto pneumatico di idee: che palle.
Non credo sia un caso che in questi giorni, proprio in questi giorni, sia arrivato l’annuncio di Irene Tinagli, che lascia il Pd; conoscevo vagamente la sua storia, e non conoscevo il libro che l’ha resa famosa (lei ha contribuito, il libro è stato scritto dal suo “maestro”, Richard Florida): L’ascesa della nuova classe creativa (non trovo più traccia dell’edizione italiana). Secondo Ivan Scalfarotto:
La tesi portante del libro era semplice e geniale: tanto più le società sono aperte e tolleranti, tanto più sono capaci di attrarre quella parte di popolazione che produce più idee e più ricchezza.
Anche Marco De Martino se ne era occupato per Panorama nel 2003.
Detto del libro e detto di che cosa si occupa Irene Tenagli:
Sono una che sta dove c’è bisogno, dove può dare il suo contributo di idee, questo faccio nella vita, faccio la studiosa, l’economista
Una donna, giovane, che vive-studia-lavora negli Stati Uniti, che si occupa di economia, di economia della creatività, di innovazione. Madonnina: di gente così c’è bisogno come il pane.
Ecco come Irene saluta Walter Veltroni e il Coordinamento Nazionale del Partito Democratico:
Inneggiare al cambiamento, all’idea di una societa’ e di una politica nuove serve a poco se manca il coraggio di intraprendere fino in fondo le azioni necessarie a realizzare queste idee. Sartre diceva che noi siamo quello che facciamo. Sono le nostre azioni che ci definiscono, stare a discutere su cio’ che ci piacerebbe essere serve a poco: la gente ci giudichera’ per quello che abbiamo fatto. E di quello porteremo la responsabilita’. Per quanto mi riguarda non voglio portare la responsabilita’ delle scelte che sta facendo questo partito che in larga parte non condivido e sulle quali non ho avuto e non ho possibilita’ di incidere in alcun modo. Per questo ho deciso di dimettermi.