Ieri sera guardavo di sfuggita il Tg2 e mi sono imbattuto nella quotidiana invettiva del Papa contro qualcosa: era la volta dei trans. A rotazione poi capitano i matrimoni gay, l’aborto, la ricerca sulle staminali, gli embrioni, i preservativi, eccetera. Insisto: la colpa non è del Papa, ma di chi gli offre tutte questo spazio, è colpa dei giornali e delle televisioni.
Analogo spazio stanno oramai dando a qualsiasi comunicato di Arcigay, esasperante quasi quanto le uscite del Papa. Oggi i nostri amici se la prendono con Povia, per il testo di una canzone che ancora non si conosce.
Il futuro dell’informazione è sempre più nella scelta: scegliere tra il rumore di fondo di tutti quelli che parlano più o meno a vanvera e il segnale di quelle poche cose davvero importanti che succedono nel mondo ogni giorno.