passando dalle Rockies alla East Coast, spariscono le moto, ma davvero – e viene il sospetto che i motociclisti vadano in giro solo lì (e comunque l’Harley mi sembra in grandissima ripresa);
in compenso torna la piena e stabile copertura cellulare, Edge a 5 tacche;
sparisce anche la carne secca al supermercato, quella che nel Wyoming vendevano insieme alle caramelle alla cassa;
in generale: i ragazzi americani sono così tanto ragazzi americani da sembrare quasi finti;
dopo tante miglia ho capito che l’unica cosa che gli fa saltare il tappo è il cambio di corsia: anche se metti la freccia, vai piano, ti sbracci per scusarti, fai qualsiasi cosa – niente, se sei sulla corsia che MUST girare da qualche parte e poi decidi di cambiare, ti massacrano;
spariscono le moto, ma compaiono gli alberi: dal nulla di cespugli e geologia degli Stati lungo le Montagne Rocciose (paesaggi molto simili in Arizona, Utah, Wyoming e South Dakota) alle pianure verdissime e alle strade come scolpite negli alberi della Virginia e del North Carolina;
gli Outer Banks erano un po’ la nostra scommessa, vinta direi: centinaia di miglia di spiagge, caldo caldissimo, oceano Atlantico dolce e temperatura dell’acqua che anche s. fa il bagno (un brodo praticamente), nemmeno un turista non dico italiano ma europeo, solo ed esclusivamente turismo americano, le case di legno sulla spiaggia: ovviamente ho subito pensato ah, aprire un b&b qui… eccetera;
spiagge piene di gente, ma sembrano vuote tanto spazio c’è: e poi a sera non resta nulla, non un pezzo di carta o una sigaretta;
spiagge sempre e solo pubbliche, aperte a tutti, compresi i cani;
non si sente un bambino piangere, e i bambini giocano con niente, la sabbia o le conchiglie: ci sono milioni di famiglie e pochissimi giochi e giocattoli, l’unico oggetto sempre presente è la tavola per il body surf;
quel che manca: andare in giro a piedi;
qui come alle Hawaii: niente illuminazione pubblica, la sera solo stelle e a volte la sensazione di essere solo al mondo in mezzo al nulla;