Sabato 17 marzo sono stato al TrafficCamp, un BarCamp atipico promosso dall’Assessorato alla Mobilità e ai Trasporti del Comune di Milano; dico atipico perché meno spontaneo (e forse caotico) dei BarCamp tradizionali, ma comunque aperto agli interventi di tutti e lontanissimo dalle modalità di una conferenza o di una tavola rotonda tradizionali. La formula è assai convincente perché prende il meglio dei due mondi: creativo e propositivo senza diventare mai noioso o formale. Tanto è vero che nel corso della lunga giornata la sala dell’Acquario è stata quasi sempre piena e i presenti molto attenti e concentrati.
Il tema, dunque, era la mobilità. Una quarantina di presentazioni (tutti i materiali sono su trafficcamp.tumblr.com), la bicicletta assoluta protagonista, non solo come numero di progetti e idee e temi presentati, ma proprio come modello sul quale basare una nuova concezione di città. Io ho presentato #salvaiciclisti.
La mia sensazione a fine giornata è stata: ce la possiamo fare. Lo dico cercando di non farmi troppe illusioni sul fatto che i tempi della politica e della burocrazia improvvisamente coincidano con quelli delle nostre aspettative: ci vorrà del tempo per cambiare Milano e non sarà poco. Però se il Comune decide di promuovere un evento del genere significa che ha voglia di ascoltare e, vorrei dirlo, forse di capire e imparare. I giudizi sulle attività di chi è impegnato in ruoli pubblici si devono dare a fine mandato ed è peraltro vero che in molti hanno la sensazione che a 12 mesi dalle elezioni in città sia cambiato poco, o comunque molto meno di quanto ci saremmo aspettati. Però vedere Pierfrancesco Maran (Assessore mobilità e trasporti) in prima fila prendere appunti sull’iPad e Marco Granelli (Assessore sicurezza e coesione sociale + Polizia locale, protezione civile e volontariato) attento e concentrato sui temi delle presentazioni, è stato importante. Così come verificare la loro disponibilità all’ascolto e al dialogo, con modalità che sono quelle della nostra vita di tutti i giorni: si parla di qualcosa, si decide che c’è interesse ad approfondire, ci si scambia i numeri di telefono, ci si dà appuntamento a un prossimo incontro. Cose normali, si può pensare, ed è infatti così: non credo, però, che succeda lo stesso in molte altre (grandi) città, indipendentemente dal colore della Giunta.
Il rischio, naturalmente, è che di fronte al racconto di Maran circa l’odissea burocratica che c’è dietro una qualsiasi iniziativa (mi ha raccontato dell’acquisto delle rastrelliere per le biciclette: la decisione di comprarle è stata presa a luglio 2011, le prime saranno installate in aprile) scatti un meccanismo quasi di solidarietà che faccia perdere poi il valore positivo di un atteggiamento critico; penso che valga la pena correrlo perché in questo momento mi sembra decisamente più prezioso poter aprire un confronto così trasparente.
Granelli e Maran erano così interessati e attenti anche perché oggettivamente il livello complessivo degli interventi al TrafficCamp è stato alto, per non dire altissimo. E, soprattutto, è stato altissimo il livello di progettualità, con tante persone che hanno rappresentato la loro voglia di fare, il loro cassetto non più pieno di sogni, ma pieno di progetti. Alcuni ancora solo nelle loro teste, altri scritti e dettagliati, altri ancora che sono già diventati un sito o un’App e che sono costati notti di lavoro. Una creatività spontanea (ma, a proposito, ci sarà stato qualche venture capitalist a prendere appunti al TrafficCamp?) tutta concentrata su un tema grande e difficile come quello della mobilità in una città come Milano. Insomma, roba grossa.
Per questo all’inizio parlavo di speranze. I giovani con le loro idee e i loro progetti e il loro entusiasmo + assessori a loro volta giovani come Maran e Granelli + giornate come il TrafficCamp = ce la possiamo fare.
[le mie bicipresentazioni preferite: i ragazzi di Bike District, Dario, Paola, Fabio, Daniele, Enrico, Ercole, Lorenzo, Massimo, Maurizio, i ragazzi di 8pm, Roberto, Federico, Wolly, Luca]