Di Omelette e Baguette mi aveva sempre colpito la pubblicità radiofonica, stile tormentone: c’era qualcosa di simpatico e semplice nello spot, poi confermato da tutti quelli che mi hanno parlato del locale. Contento quindi oggi di andare finalmente a provarlo. Siamo in via Pollaiuolo 9 nel cuore del quartiere Isola a Milano. Arriviamo, ci dicono che c’è da aspettare solo qualche minuto e in effetti dopo poco ci chiamano. Il locale è carino, forse un po’ finto, troppo bianco e freddo per ricordare qualcosa di francese, ma amen. Il menu è ricco, i prezzi sono più bassi di quanto non mi aspettassi, considerando che siamo a Milano. Ordiniamo una omelette e una baguette (altrimenti che cosa ci vieni a fare?); dopo pochi minuti arriva la baguette, dopo una buona mezz’ora l’omelette. Ecco, il servizio da questo punto di vista potrebbe essere migliore.
Mentre aspettiamo appunto l’omelette si presentano amici del titolare che parcheggiano comodamente sul marciapiede di fronte al locale. Entrano con l’aria di volersela tirare un po’, non ne hanno in realtà nessuna ragione. Mentre medito su come lamentarmi col gestore per il parcheggio che non solo non disincentiva, ma anzi favorisce, addento la mia baguette. Uhm, doveva essere breasola, salsa di funghi e profumo di tartufo e carciofini, ma io vedo e sento solo il salume. Mi sto mangiando un bel panino, cioè una bella baguette, con la bresaola. Tutto bene, per carità, ma gli altri ingredienti dove sono? Lo apro, non ne vedo traccia.
Porto la baguette al banco e mi spiegano che tutti gli ingredienti sono nella salsa, gli spiego che non vedo nemmeno la salsa, mi rispondono che c’è. A quel punto interviene il titolare, che prende in mano il piatto, va al bancone, e senza mettersi guanti o lavarsi le mani apre la baguette, ci spalma sopra la salsa, la richiude e me la porta. “La salsa c’era, comunque l’ho aggiunta”.
Credo di essere sempre obiettivo e quando mi comporto in modo aggressivo lo ammetto preventivamente, ma in questo caso sono stato proprio di una serenità zen, e gli ho risposto che se anche c’era, questa salsa, era davvero invisibile e inodore e insapore. Lo ringrazio un po’ sarcastico per la generosa aggiunta e a quel punto il titolare cambia tono e atteggiamento: mi parla puntandomi il dito contro e dicendo che lo dovevo precisamente ringraziare. Insomma, mangia e taci e se ti va è così altrimenti è così lo stesso. Gli faccio notare che è curioso trattare così un cliente, e che è anche un gran maleducato. La cosa finisce lì.
Paghiamo, usciamo. Fuori dal locale tre macchine a occupare il marciapiede. Non so, io vedo un filo conduttore tra la grande maleducazione del titolare e il fatto che consenta il parcheggio più che selvaggio ai clienti amici. Ovviamente non ci metterò più piede e spero davvero che la crisi si porti via almeno qualcuno di questi commercianti, tipici di Milano – e forse della Liguria, che trattano i clienti a pesci in faccia.