Siamo in partenza per la costa settentrionale. Ho pensato bene di prendermi un bel mal di gola con febbre proprio nel mezzo della vacanza, e dire che proprio questa volta avevo deciso – a malincuore – di lasciare a casa i miei foulard (che cosa me ne faccio a Bali?): qui considerano un gesto di cortesia accendere l’aria condizionata a palla ovunque, ma in realtà la temperatura media richiederebbe quasi una copertina. Al sole si sta benissimo, fa caldo, ma all’ombra e di notte e quando c’è vento, ecco la felpa si indossa proprio volentieri.
Ho quasi rinunciato al caricamento di foto (anche se qualcuna ogni tanto la metto) perché i collegamenti restano molto precari.
Per adesso mi sta piacendo tutto di questo posto: l’ambiente, le persone, le abitudini, la religione, l’ospitalità, la cucina, il costo, il clima. Mi colpiscono negativamente solo un certo senso di abbandono in alcune zone, come se gli attentati degli anni scorsi avessero messo in ginocchio molte attività: ci sono pezzi di città e paesi che si percepiscono abbandonati, cosa che hanno confermato anche persone di qui. Abbiamo letto che rispetto al 2000 i cali di presenze sono nell’ordine del 20 / 40 per cento.
E poi i rifiuti. La gran quantità di bottiglie, pezzi di plastica, sacchetti sparsi ovunque ai bordi delle strade. Anche in pezzi di foresta. OK, non siamo bel Borneo e la foresta che abbiamo visto noi sarà probabilmente una strada super turistica, ma vedere le bottiglie così abbandonate ovunque mi ha messo un po’ di ansia.
La foto Paper blogger viene dal Flickr di marcomazzei.