Io di San Francisco parlo spesso e scrivo abbastanza spesso, dicendo e scrivendo un po’ sempre le stesse cose, che poi in fondo servono solo a me per ricordarla. Nel giochino delle mie città preferite la lascio sempre al primo posto, consapevole del fatto che una città andrebbe conosciuta molto meglio e sotto molti aspetti non turistici prima di dire andrei a viverci domani
.
Però è un gioco e si sogna un po’ e in cima a questi sogni per me resta sempre lei: San Francisco. Anche adesso che ho visto tante altre città, continuo a trovarla unica. Perché? Perché San Francisco più di New York, che è senz’altro la città più viva e bella del mondo?
La risposta è: non lo so. So che il tempo cambia rapidamente e c’è spesso vento. So che non fa mai troppo caldo né troppo freddo. Che la nebbia è bianca e non è mai vera nebbia.
So che la città è piena di colline e se guardi a destra c’è il mare, si chiama Oceano, e se guardi a sinistra c’è il mare, si chiama Baia. E ci sono tante foche.
So che io prenderei una pagaia e andrei in giro per quella Baia a fare foto tutto il giorno.
So che la domenica mattina, sulla marina ci sono tanti bambini, e ancora più bambine, che giocano a pallone. E guardano il Golden Gate.
So che c’è il Golden Gate, che naturalmente non è solo un ponte. Ne hanno costruito uno praticamente identico a Lisbona, ed è quando lo guardi che capisci tutto: un ponte sarebbe solo un ponte, il Golden Gate è un’altra cosa.
Castro è uno stereotipo, ma anche un quartiere. Sono quattro vie dove capisci che è successo qualcosa.
Ecco, a San Francisco ci sono cose, case, luoghi dove è successa la nostra storia recente. E non sono antiquariato, ma quotidiano. Castro, la City Lights, l’Apple Store.
A San Francisco ci sono tanti parchi e tra i tanti c’è il Dolores Park con gente nuda che prende il sole, bambini che giocano e tutta la città ai tuoi piedi, davanti ai tuoi occhi. Ci puoi andare a mangiare qualcosa in pausa pranzo, e poi tornare a lavorare. Se vivi a San Francisco a mezzogiorno puoi perderti nel Buena Vista Park e poi quando rientri sei davvero un altro.
Forse perché qui si vive aspettando che tutto finisca e potrebbe accadere domani. San Francisco è stata devastata da un terremoto e poi da un incendio: qui si impara a non avere paura.
Qui c’erano i Sutro Baths: come si fa a non amare una città che ha costruito e ricostruito un posto come quello?