Ma ha davvero senso mettere la nostra faccia, il nostro nome, la nostra reputazione, i nostri blog, i nostri Twitter al servizio di questo o quel cliente / partner / sponsor / inserzionista / whatever? Cioè, sono nostri o sono del nostro datore di lavoro? E a lui, al nostro datore di lavoro, nel caso conviene davvero?
Io non ho risposte. Da un lato oggi mi sembra che davvero sia tutto un po’ troppo, mi sembra di vedere le nostre facce ricoperte di etichette. Sono Marco o sono il salamino di battipaglia? E tu sei tizio o sei il suo dentifricio? Dall’altro penso che anche per il salamino di battipaglia potrebbe essere rischioso essere associato a qualche titolo con me, che magari poi per un mese scrivo di cose noiose o decido di ri-diventare vegetariano o chissà.
Insomma, non so voi, ma io inizio ad avere il dubbio che ci fosse una soglia non scritta e non detta che non avrebbe dovuto essere superata e che invece adesso siamo davvero andati oltre.
PS: signor Paluani, mi perdoni, non è vero che odio il Natale, scherzavo!