Le uscite col gruppo Cabiria del Naga finiscono sempre nello stesso modo: le tasche piene di preservativi non distribuiti e la testa piena di pensieri. Delle loro storie, più che altro. Le storie delle ragazze che stanno per strada la sera. Adesso son qui che cerco di recuperare l’uso dei piedi (io vestito come lo Yeti e loro praticamente nude al gelo dei campi attorno a Milano, questa è la fotografia) e mi passano davanti una serie di flash: lei arrivata in Italia quando ancora c’era la lira e che ha sistemato genitori, fratelli, cugini e parenti vari fino al terzo grado, “adesso ho voglia di divertirmi un po’ e di viaggiare” – lei ci racconta dei tedeschi, che sono più spregiudicati degli italiani e vorrebbero sempre farlo senza preservativo – lei che a marzo smette e va a vivere col suo ragazzo – loro che nel frattempo sono salite sull’autobus e vanno a cercare clienti più in centro – lei ha visto Ruby da Signorini e non sa che cosa pensare dei soldi, ma quell’anello che aveva al dito, eh “un diamante è per sempre” – loro che fanno collezione di multe, che tanto non pagheranno mai perché sono clandestine – e lei, che ci racconta di quella macchina appena andata via, una Bmw nuova fiammante “mi ha offerto 5 euro per un pompino“. Non giudicare è la prima regola, e vale anche per i clienti. Ma per gli sfigati no, per quelli non vale.