Gateway Arch, St. Louis, Missouri
La Route 66 non esiste più, non si può percorrere al posto di un’altra strada. Non la si segue, bisogna inseguirla. Entrare ed uscire da altre superstrade, la 55 in questa parte del Paese, che a volte le corrono al fianco, altre volte la sostituiscono oppure la incrociano.
All’inizio ho seguito la mappa, poi ho fatto un po’ come mi pareva: ho capito quasi subito che la Mother Road non è un itinerario fisso da seguire, ma il tuo modo personale, quasi intimo, di andare da est a ovest.
Da Chicago (Illinois) a St. Louis (Missouri) – 1 agosto, 309 miglia
- viaggi sepolto in un campo di grano
- son passato da Morris, ho visto Amish
- il clima nel midwest è tragico: fa un caldo assassino e col 100% di umidità costante: “ah, ma oggi è molto più fresco di ieri” mi han detto (in compenso gli inverni sono rigidissimi)
- ragazze fuori dalle fattorie: for sale corn
- pale eoliche in abbondanza, almeno ci fosse il vento
- Springfield è la capitale dell’Illinois e, come tutte le capitali che sono in realtà la seconda o la terza città della regione, soffre di un evidente complesso di inferiorità
- le case attorno alla città sono la classiche casette americane, ma tutte sembrano aver bisogno di manutenzione ordinaria, rendendo il clima molto malinconico
- i coppertoni in mezzo alla strada: evitarli è un’arte e qui è pieno come non mi era mai capitato
- un parco, sul fiume, al tramonto, 45 gradi, dell’umidità ho detto: nemmeno una zanzara
- l’ultima frontiera della fissazione americana per i denti: gli scovolini (si chiameranno così?) tipo dentista venduti nelle pharmacy
- essere europeo: leggo di un “arco” a St. Louis e penso subito a una zona caratteristica, con un monumento tipo Arco della Pace o di Trionfo, invece è un (bellissimo) arco d’acciaio nel solito quartiere contemporaneo delle città americane (e, incidentalmente, è anche il monumento più alto degli Stati Uniti)
- St. Louis è davvero carina, l’arco, il fiume, l’ambiente universitario, pure un’insospettabile via gaia, locali dove suonano il blues: peccato solo per il clima
- dopo le Goose Island di Chicago, bevo le Budweiser locali, in particolare la Select, da 99 calorie (“come uno yogurt!” esclamò Justine)
- nei tratti della vecchia Route 66 incontro solo bolliti e motociclisti: visto che non ho la moto ho capito in che categoria mettermi