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Usa 2011: da Holbrook (Arizona) a Kingman (Arizona)

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L’Arizona è forse lo stato più bello degli Usa, dopo le Hawaii

Vado o non vado al Grand Canyon? Sono in anticipo rispetto ai piani, potrei andarci tranquillamente. Sarebbe la quarta o la quinta volta, ha senso? Avrebbe senso perché il posto è in assoluto quello che mi ha più sorpreso al mondo. Soprattuto la prima volta, nel 2003. Mi ricordo benissimo: posteggiamo la macchina, ci dirigiamo curiosi ma – come dire? – forti della presunzione di aver visto Venezia e il Colosseo e l’Empire State Building, insomma tante cose, arriviamo vicino al bordo e poi ci affacciamo e quasi ci è mancato il fiato. Siamo stati zitti per non so quanti minuti, a guardare verso il basso e verso il lungo e verso il largo. Il Canyon era ovunque, e di una bellezza che – come ogni tanto dico – da sola spiegherebbe l’esistenza di un dio. Insomma, ci torno o no? Anche le altre visite sono state emozionanti, in modo diverso. Era l’emozione di rivedere una cosa che ti è piaciuta così tanto.

Primi, lievi, accenni di stanchezza.

Da Holbrook (Arizona) a Kingman (Arizona) – 6 agosto, 253 miglia (2.015 totali)

  • Canyon, grandi piccoli larghi stretti lunghi ovunque: grazie Colorado River e Little Colorado River
  • Williams è per certi versi caricaturale: qui 66 è quasi un marchio della pro-loco; però il paesino è delizioso, è la vera porta del Grand Canyon (che, lo sapete, è il posto più bello al mondo), è pieno di pini e di ricordi (a proposito, la tazza del ristorante di Williams comprata nel 2003 e alla quale tenevo tanto e che ovviamente è stata l’unica a rompersi durante gli ultimi traslochi, ecco l’ho tenuta in mano per un po’ e poi l’ho lasciata lì: il ristorante non era più così carino, e io nemmeno)
  • adesso che ho visto, poi, il cimitero di Williams sto seriamente pensando che mi piacerebbe essere sepolto qui: non sarà una cosa allegra, ma dovreste vedere quelle tombe nel bosco, sotto un pino, ognuno ha il suo albero e vicino a ognuno c’è una panchina o una sedia di legno per quelli che ti vengono a trovare e vogliono fermarsi
  • note americane: i cimiteri sono aperti e non fanno paura
  • così buttato lì c’è pure il cratere di un meteorite
  • qui c’è uno dei tratti migliori della Route 66: corre lontanissimo dalla I-40 ed è ben tenuta
  • il vero museo della Route 66 è l’Hackberry General Store, uno store in mezzo al nulla pieno di *qualsiasi cosa* abbia a che fare con la strada e con gli anni cinquanta
  • la luce, la luce di questi posti: come la posso raccontare? alla mattina alle 7 quando esco per fare colazione la luce fa sembrare bella qualsiasi cosa e l’aria è azzurra; ecco: l’aria ha un colore, questa è la cosa speciale di questa parte del mondo
  • Santa Fe è anche una ferrovia, cioè una compagnia ferroviaria: io, sciocchino, ogni volta che incrociavo un treno pensavo “urca, un altro treno che va verso Santa Fe”
  • a proposito di treni: sono un compagno di viaggio prezioso e sorprendente lungo la Route 66: anche nel mezzo del nulla a un certo punto senti il rumore della locomotiva e ti senti meno sperduto

Social / 1: quel che non scrivo qui è probabilmente su Twitter
Social / 2: le foto del viaggio per ora le sto mettendo su Facebook, pubbliche, poi farò un album migliore