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San Francisco è la (mia) città più bella del mondo


Mission Dolores Park, San Francisco, settembre 2012

Non è stato amore a prima vista, almeno non quel tipo di amore che poi è diventato. La prima volta a San Francisco è stata una serie di prime volte: il primo viaggio in aereo di oltre 10 ore, la prima volta negli Stati Uniti, le nostre prime 24-ore-su-24 sempre insieme. Tante cose, forse troppe per accorgermi subito della città, che ovviamente mi piacque un sacco, ma che finì nel calderone di emozioni del classico viaggio californiano.

Fu quando ci tornammo, qualche anno dopo, che successe l’imprevedibile. Scendemmo dal Bart alla fermata Powell, in quello che è probabilmente il punto più banale della città, e appena fuori c’era una luce incredibile, di quelle come quando il sole è basso verso l’orizzonte e illumina le cose da farle sembrare sempre belle. Io in quel momento mi sono sentito dire quella cosa che forse capita a tutti qualche volta nella vita: devi vivere qui, questa è la tua città. Di tanti momenti e di tanti viaggi, solo alcuni sono ricordi così nitidi, che quasi potrei raccontare quanta gente c’era in quel momento e che cosa faceva e che cosa facemmo noi. Son quelle cose forse sciocche che capitano andando in giro, a me è capitata lì e da allora (era il 2006, non sono passati solo pochi giorni) ci ho pensato sempre, costantemente.

E fin qui ci sono sensazioni e cuore, che non hanno spiegazioni – e anche se le avessero non avrebbe senso cercarle. Poi è arrivato tutto il resto, perché San Francisco resta – tra le città che ho visto – la più speciale. Anche a New York andrei a vivere domani senza pensarci nemmeno un secondo, ma nonostante il bene che le voglio, proprio non c’è competizione.

E allora, mi sono detto, vediamo di capire perché. L’ho capito e adesso lo scrivo:

  • le città di mare sono in cima a tutte le mie preferenze, qui c’è qualcosa più del mare: l’Oceano Pacifico, sempre duro e poco ospitale, e una baia immensa che ti protegge ma non ti fa sentire rinchiuso
  • la nebbia, ecco, come non l’ho vista da nessun’altra parte, a giocare con le forme della città, riempirne le strade velocemente e poi sparire all’improvviso: non c’è mai nulla di scontato
  • non fa mai troppo caldo, non è mai troppo freddo e nella stessa giornata puoi passare dagli shorts alla giacca a vento come da altre parti fai solo nel corso di settimane, forse mesi
  • le colline, i livelli, gli strati: una città che ti devi conquistare e poi dopo un attimo sei di nuovo sul mare
  • ci sono posti dove trovi un bel quartiere, dove l’architettura ti conquista (per esempio: Chicago), ma sono rari i luoghi dove le case sono tutte, sempre belle; se poi ti piace quello stile vittoriano lì, allora a San Francisco ti innamori di una casa a tutti gli angoli
  • la serenità conquistata dopo la sofferenza è una delle cose che mi affascinano di più: qui un giorno del 1906 è stato raso tutto al suolo
  • esistono gli hipster nerd? se esistono, sono a San Francisco e a me piacciono assai
  • una città che ha il Golden Gate come porta d’ingresso, basterebbe solo quello; e non solo perché è bello, ma per quello che ha significato quando è stato costruito e per le mille storie di persone che ha raccontato, comprese quelle che hanno preso in mano la cornetta del telefono antisuicidi che c’è sul ponte
  • la casa di Apple
  • non mi piacciono i santi, ma San Francesco fa eccezione
  • un numero umano di umani: grande quanto deve essere grande la mia città, popolata il giusto
  • qui sono nate o cresciute cose che sono state e sono importanti per me, e non sarà un caso: la Beat Generation, il movimento hippie, quello gay, la Silicon Valley, Critical Mass
  • vabbè, le biciclette, che cosa te lo scrivo a fare?

South San Francisco, California, United States.