La bicicletta è politica? Sì, lo è. Aveva ragione Paolo quando lo sosteneva nel 2012 e ha ragione quando ce lo ricorda ancora oggi. È politica perché è il mezzo migliore per cambiare le città, per restituire le strade alle persone, per uscire definitivamente dal secolo dell’occupazione degli spazi urbani da parte dell’automobile, per vivere meglio.
Ci sono alcune centinaia di candidati per il prossimo Consiglio comunale di Milano, per cui si vota questa domenica. Molti nei loro programmi citano le piste ciclabili, sono favorevoli al bike sharing, hanno a cuore l’ambiente. Ma poi? La bici, davvero, non la conoscono, e quante volte ce lo hanno dimostrato. Io, invece, la conosco bene. E non solo per i trofei che prendo su Strava, che dicono solo che in bici ci vado sul serio, oppure perché non possiedo più un’auto da tempo ma, soprattutto, perché a me la bicicletta interessa davvero. E mi interessano i mondi simili a quello della bici, pattini e skate in primis, perché vedo il progetto di città che attorno a questi mezzi di trasporto e svago si può costruire, vedo il futuro (che è il presente, in tante metropoli).
C’è una distanza siderale tra il mondo che gira attorno alla bici e l’interesse per la bicicletta da parte delle istituzioni e questo spiega perché siamo così avanti sul fronte delle attività e delle iniziative (di singoli, di associazioni, di gruppi, di attività commerciali) e così indietro su quello della reale diffusione del mezzo: perché a nessuno importa davvero, perché nessuno la capisce davvero. E se vale per la bici, figuriamoci per i pattini e gli skateboard che quasi tutti pensano adatti solo per i parchi.
È la stessa storia che ha lasciato Milano, regina del ciclismo urbano in Italia e in Europa, praticamente al palo nello sviluppo della mobilità ciclabile. Qui si svolgono eventi di rilevanza mondiale (penso al Bicycle Film Festival e alla Red Hook) e ci sono mille iniziative di ogni genere tutte le settimane (dalle pedalate per le famiglie nei parchi alle gare clandestine di notte, passando per tutto quello che c’è in mezzo) e tante, tantissime persone lavorano e vivono con la bicicletta, eppure gli spostamenti in bici in città sono ancora il misero 7% del totale.
Ecco, adesso tra centinaia di candidati al Consiglio comunale che continuerebbero a parlare della bicicletta poco e male, e a fare ancora meno, continuando quindi a costruire una città poco pedalabile, avete la possibilità di sceglierne uno a cui invece della bicicletta importa veramente.
Chiedo il sostegno vostro e dei vostri amici per il voto di domenica 5 giugno. Scheda azzurra, barrate il simbolo arancione di SinistraxMilano e scrivete “Marco Mazzei”. Pedaleremo insieme.