Con le nomine della giunta Sala entrano in Consiglio i primi non eletti dei partiti di maggioranza: dall’ex vicepresidente della Comunità ebraica Nahum alla parlamentare Lisa Noja, già delegata per le politiche sulla disabilità. Insieme per costruire una Milano contro tutte le discriminazioni
Monica Romano sa che il suo ingresso in Consiglio comunale ha “un valore simbolico e politico”. D’altronde, dice la prima donna transgender a entrare a Palazzo Marino, “credo che i simboli siano importanti e che la forma sia sostanza”. La vera differenza, però, è un’altra. Perché in quell’aula, spiega, lei non entrerà soltanto come “persona Lgbt+”, ma come “attivista” che porterà con sé “tutte le lotte e i saperi di una militanza iniziata nel 1998”. Ed è dai contenuti che ora vuole partire. Quello che farà anche il responsabile dei diritti del Pd metropolitano, Michele Albiani. O un altro attivista, in questo caso pro-bici, come Marco Mazzei, eletto con la civica di Beppe Sala. E, ancora, Daniele Nahum, che da sempre lavora per l’integrazione delle minoranzeco in quella città-mondo che è Milano.