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Un altro viaggio americano: New York

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Guardando verso nord dalla Freedom Tower.

Le giornate di viaggio in aereo sono delle non-giornate, bastano poche mezz’ore e non capisci più che giorno è, che ora è, dove sei: vaghi tra un aeroporto e l’altro mangiando tutto quello che capita e credendo ancora alla favola del free WiFi.

Poi arrivi, e non importa dove: improvvisamente, passando dentro quel tunnel di attese e cibo, sei in un altro mondo. È quello che mi piace dell’aereo: la cosa più vicina al teletrasporto che abbiamo.

Oggi il mio altro mondo è New York, prima tappa veloce di un ennesimo (tanti ce ne sono stati, ma nel 2009 e nel 2011 li ho raccontanti meglio) viaggio americano; perché vengo così spesso qui? Facile: il nord America è il posto più bello del mondo, ordini di grandezza sopra tutti gli altri. E comunque: è il posto più bello del mondo per me, e tanto basta.

Non mi era mai capitato di arrivare a New York in aereo di giorno facendo questa rotta lungo gli Hamptons ed entrando nella baia da sud: migliaia di chilometri di spiaggia e poi la vista mozzafiato di Manhattan. Cose che da sole valgono.

La città ha sempre lo stesso carattere: ti fa illudere di essere come tu te l’aspetti, ma in realtà lei è cambiata un sacco e te ne accorgi passeggiando qua e là dove pensi di essere a casa.

Quello che non è cambiato, invece, è lo stile: mezz’ora qui e capisci il contemporaneo, in una giornata hai dimenticato la provincia e sei nel centro del mondo.

Appunti sparsi:

  • uomini: meno barba
  • uomini: meno hipster
  • uomini: il gran ritorno dello stile gym, ma un filo più impegnato, potrei definirlo uno sport-chic
  • spero che non arrivino mai in Europa, ma: pantaloni che sono una via di mezzo tra una tuta e un paio di jeans, di tessuti indefiniti, con bordo elastico sulla caviglia
  • caviglie: tutte molto scoperte
  • grandi soddisfazioni: le canotte non tramontano mai
  • siamo saliti sulla Freedom Tower: sull’ascensore all’andata scorre un video della storia di New York come si vedrebbe dal grattacielo che da solo vale, mentre scendendo c’è una specie di volo sulla città notturna, con in primo piano le due grandi piscine-memoriale – che restano una delle cose più suggestive da vedere nella città del dopo 11 settembre
  • la vista dalla Freedom Tower è notevole, ma non vale quella dal Rockefeller Center o dall’Empire State Building, prima di tutto perché è tutto al chiuso, quindi ci sono sempre vetri di mezzo, poi perché qui hanno caricato di marketing la visita e l’atmosfera scende a zero; ovviamente si vede pur sempre New York di notte e quindi la commozione è garantita (a ben pensarci ci si commuove forse anche per via di quei 30 dollari che si spendono per salire)
  • il grattacielo ha già comunque preso pieno possesso dello skyline di New York, insieme a 432 Park Avenue, snello e lussuoso che sta più a nord
  • biciclette, biciclette, biciclette
  • Bond Street: case e cose da vedere

Il racconto di questo viaggio: un altro viaggio americano / #uava